“La natura ci riporta a noi, è il punto d’unione tra materia e spirito. Quando siamo in contatto con lei, ci sentiamo a nostro agio: questo è il suo potere. Ci dona serenità, pace e armonia, comunica con noi attraverso energie invisibili”
Corrado Debiasi, “Il Monaco che amava i Gatti”
La crescente impossibilità di trascorrere del tempo nella natura ci spinge spesso a portare la natura dentro casa. Piante e fiori ci trasmettono un senso di pace, di allegria, rendono accoglienti gli spazi, eppure, molti di essi celano pericoli per i gatti.
Ebbene sì, non tutte le piante sono innocue come sembrano per questi piccoli felini. Molte delle più comuni sono velenose per loro, così come alcuni fertilizzanti e antiparassitari. Persino la curiosità che un vaso di fiori esercita su un gatto potrebbe rappresentare una minaccia. Infatti è probabile che avvicinandosi per ispezionarlo lo faccia cadere mandandolo in pezzi con i quali può ferirsi.
A questo punto una domanda sorge spontanea: “perché il mio gatto dovrebbe mangiarsi le piante che trova per casa o essere incuriosito dai fiori?”
Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire chi è il nostro amico e quale delle sue caratteristiche specie-specifiche potrebbero porlo in situazioni di rischio nel suo rapporto con le piante.
Il nostro gatto domestico discende dal gatto selvatico, Felis silvestris lybica, ereditando una serie di comportamenti che confluiscono nel suo etogramma, ovvero il catalogo dei comportamenti propri ed innati della specie. In particolare, tre di questi comportamenti lo spingono maggiormente ad interagire con piante e fiori.
Il comportamento esploratorio che nasce dallo stimolo di conoscere l’ambiente in cui si trova. Il gatto è un predatore, ma date le sue piccole dimensioni è anche una preda perciò maggiore sarà la conoscenza del suo territorio, maggiore sarà la sua capacità di mettersi al sicuro e di procacciarsi tutti gli elementi che gli servono per sopravvivere. Il territorio di un gatto che vive esclusivamente all’interno di una casa, coinciderà con la casa stessa (o gli spazi della medesima destinati a loro) e ogni oggetto e soggetto che verrà inserito nell’ambiente sarà accuratamente esaminato, comprese piante e fiori.
Chiunque di noi abbia come compagni di vita questi meravigliosi felini può osservare con quanta cura e meticolosità puliscano il loro mantello. Questa attività rientra nel comportamento somestesico ed implica l’ingestione di pelo, che nel migliore dei casi viene eliminato insieme alle feci ma talvolta rimane nello stomaco. In natura, per liberare lo stomaco, il gatto ricorre al consumo di erba per la sua capacità emetica (che favorisce il vomito) tuttavia in mancanza di quest’ultima ricorrerà alle piante d’appartamento.
Anche quando non dovesse mangiare piante e fiori, potrebbe comunque ingerire delle sostanze tossiche collegate ad esse, quali antiparassitari e concimi. Questo avviene tipicamente quando scava nei vasi entrando in contatto con queste sostanze, ingerendole successivamente tramite il grooming.
Il comportamento predatorio, invece, risponde ad uno stimolo innato completamente svincolato dalla sensazione di fame ed è innescato dal movimento di una ipotetica preda. Un gatto all’aperto appagherà questo bisogno cacciando, ma se vive esclusivamente indoor, potrà soddisfarlo unicamente tramite il gioco. Se non diamo al gatto strumenti per espletare questa esigenza, ricorrerà a quello che il suo ambiente potrà offrire: una tenda che si muove al vento, un filo che ricorda un piccolo serpente, le foglie delle piante che si muovono e le foglie cadute per terra. Il gatto per predare/giocare utilizza la bocca, per trasportare, lanciare, leccare e masticare, quindi è facile immaginare come possa avvenire l’ingestione di piante o parti di esse.
Ora che abbiamo risposto all’interrogativo circa la curiosità dei gatti per le piante, vediamo alcuni esempi velenosi che si possono trovare comunemente nelle case:
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Piante con fiori
- Azalea: sono tossiche foglie e nettare. Può provocare problemi gastrointestinali, neurologici e cardiologici.
- Ciclamino: tutta la pianta è velenosa ma la concentrazione maggiore di tossine si trova nelle radici. Possono causare vomito intenso, irritazioni gastroenteriche e in alcuni casi l’avvelenamento può essere letale.
- Glicine: sono tossici frutti e semi. Provoca problemi gastroenterici, depressione nervosa e cardiaca.
- Ortensia: sono tossici fiori e foglie. Provoca vomito e diarrea.
- Primula: sono tossici foglie e gambi. Provoca problemi gastrointestinali e dermatite da contatto.
- Stella di Natale: sono tossiche foglie, steli e fiori. Causa lesioni agli occhi, è irritante per le mucose e tutto l’apparato digerente. I sintomi sono diarrea, vomito, infiammazioni del cavo orale.
- Tulipano e Narciso: sono tossici i bulbi. Può causare problemi gastrointestinali, salivazione, perdita di appetito, depressione del sistema nervoso centrale, convulsioni e disturbi cardiaci.
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Piante senza fiori
- Caladium: provoca infiammazioni alla bocca.
- Edera: provoca problemi gastroenterici, vomito, ipersalivazione, tremori e problemi respiratori. A dosi elevate provoca depressione nervosa e cardiaca.
- Ficus: può provocare problemi gastroenterici, allergie, lesioni orali ed edema facciale.
- Filodendro: provoca problemi gastroenterici e infiammazioni alla bocca.
- Pothos: se masticate o ingerite provocano irritazioni e gonfiore dei tessuti orali e altre parti del tratto gastrointestinale.
Questo è un piccolo elenco, in realtà la lista 1 è lunga e include piante che vanno dal blandamente tossico al molto velenoso.
Qualora aveste il sospetto che il vostro gatto possa aver ingerito piante tossiche o manifesti dei sintomi sopra elencati, evitate il fai da te e recatevi tempestivamente dal veterinario. Il mancato intervento di uno specialista potrebbe costare la vita al vostro amico. Se sapete quale pianta/sostanza ha ingerito comunicatelo al veterinario, questo può essergli di aiuto nel trovare la terapia migliore per curarlo.
Se siete arrivati fino a questo punto della lettura potreste pensare: “Oh mio Dio, ora cosa devo fare con le mie piante?” Niente panico, la prevenzione gioca a nostro favore.
ACCORGIMENTI
Alcuni accorgimenti da applicare per far convivere serenamente gatti e piante sono:
- Spostare le piante in punti irraggiungibili quali stanze non accessibili ai gatti o mensole dove non possano arrampicarsi.
- Utilizzare vasi per piante e fiori infrangibili, possibilmente con imboccatura stretta per evitare che i gatti possano scavare. È utile, laddove la tipologia di pianta lo consenta, coprire la superfice del terriccio con sassi (ottimi quelli tondi e grossi da fiume) per evitare che il gatto scavi.
- Tenere pulite le superfici dalle foglie o pollini ed evitate il contatto tra l’animale e fertilizzanti/concimi.
- Se si vogliono acquistare nuove piante è opportuno informarsi su quali sono innocue per i gatti, alcune opzioni sono: Violetta, Orchidea, Lavanda, Rosa, Aloe Vera, piante aromatiche quali il Timo, Prezzemolo, Rosmarino, Menta.
- Dare un’alternativa al gatto: la Nepeta Cataria, comunemente chiamata erba gatta, appartiene alla famiglia delle Laminacee (la stessa della Menta) ed è ampiamente dimostrato che ai felini piace. Viene chiamata erroneamente erba gatta anche la comune erba che troviamo nei negozi, solitamente coltivata in vaschette, tuttavia anche questa è una buona opzione. È anche possibile coltivarla direttamente in casa acquistando bustine di semi facilmente reperibili in commercio.
- Uno degli stimoli che spinge i gatti a mangiare o giocare con le piante è la noia. Per evitarlo è necessario ricorrere all’arricchimento ambientale. Nella pagina del Centro di Cultura Felina troverete diversi articoli che parlano di questo argomento, per ora basti sapere che è necessario fornire al gatto giochi diversi a rotazione (se rimangono sempre a disposizione il gatto si abitua ad essi e non lo stimoleranno più) e stabilire delle sessioni di gioco giornaliere ad orari fissi. Bastano anche 1-2 sessioni al giorno di 10-15 minuti l’una. Il gatto imparerà gli orari e attenderà il momento di poter interagire con noi.
- Se il gatto è abituato va spazzolato, soprattutto quando muta il pelo, questo ridurrà la quantità che ne ingerirà durante il grooming.
Quando decidiamo di accogliere nella nostra vita un piccolo felino, bisogna pensare alla nostra casa anche in funzione sua. No bastano le ciotole di cibo e qualche coccola sporadica, i gatti hanno tutta una serie di bisogni che devono poter espletare per poter essere individui equilibrati. Dobbiamo imparare quali sono questi bisogni e quali strumenti possiamo offrire per appagarli, per scongiurare problemi che possono mettere a repentaglio non solo la nostra relazione con loro ma anche la loro stessa vita.
di Stefania Onofrietti – Consulente per la Relazione e Convivenza con il Gatto – Abbiategrasso (MI) e Limitrofi.