La primavera è finalmente arrivata e l’aumento delle temperature ci fa subito desiderare di uscire di casa per godere dei primi raggi di sole e ammirare il risveglio della natura.
Le belle giornate sono un toccasana per l’umore, e poter stare all’aria aperta è importante tanto per noi quanto per i nostri animali.
Ma si sa, anche le rose hanno le spine, e il lato pungente dello stare all’aperto quando arriva il bel tempo è sicuramente la comparsa dei tanto temuti parassiti.
Per i gatti che escono, anche solo nel giardino di casa, è quindi d’obbligo ricorrere all’utilizzo di antiparassitari; ma anche i gatti che vivono all’interno hanno bisogno di essere protetti. Noi stessi, infatti, potremmo essere inconsapevolmente veicolo nel trasportare da fuori a dentro questi sgraditi ospiti, i quali hanno la capacità di colonizzare molto velocemente prima l’ambiente e, successivamente, di spostarsi su un altro essere vivente.
Va da sé che agire preventivamente con una buona copertura antiparassitaria è essenziale per scongiurare un’infestazione in piena regola, non solo in questo periodo bensì durante tutto l’anno.
Quali sono i parassiti del gatto?
Innanzitutto, un parassita è un organismo, animale o vegetale, che vive a spese di un altro e che da esso trae il nutrimento per vivere.
Nei gatti generalmente troviamo parassiti che vivono all’esterno del corpo dell’animale, come vedremo a breve, e parassiti interni, come tenia, giardia, vermi, ecc. Questi ultimi vanno rigorosamente trattati con farmaci specifici prescritti dal veterinario.
I parassiti esterni, detti anche ectoparassiti, oltre ad essere molto fastidiosi a livello cutaneo per i nostri amici gatti, possono veicolare diverse malattie, alcune delle quali potenzialmente pericolose anche per l’uomo.
Vediamo quindi quali sono i parassiti più comuni:
Pulci: la pulce è un animaletto molto piccolo (il corpo misura circa 3-4mm di lunghezza) e abbastanza difficile da individuare, di colore marrone scuro.
Predilige i climi caldi e umidi, ecco perché si sviluppa principalmente tra la primavera e l’inizio dell’autunno. Successivamente, con l’arrivo dell’inverno, farebbe troppo freddo per sopravvivere all’aperto; ed è per questo che con i primi freddi non esita a scegliere le nostre case per continuare il suo ciclo vitale in tutta tranquillità. Termosifoni, tappeti, cucce, cuscini, e ovviamente il pelo caldo e confortevole dei nostri gatti, creano l’habitat perfetto per continuare a proliferare indisturbato.
Pare che, in caso di infestazione di pulci, solo il 5% di esse risieda sul corpo dell’animale, mentre la restante parte si trovi proprio nell’ambiente e che possano sopravvivere anche fino a un anno senza un corpo di cui nutrirsi!
E’ quindi fondamentale, oltre ad agire con prodotti specifici sulla cute del gatto, proteggere anche le nostre case con prodotti appositi e mantenendo il più possibile puliti i luoghi di riposo dell’animale.
La pulce, oltre ad essere molto infestante, è anche molto fastidiosa perché può provocare prurito e, specialmente nei soggetti più allergici, portare a vere e proprie dermatiti, tra cui la Dermatite allergica da pulci (DAP).
Oltre al grattarsi insistente del gatto potremmo quindi notare anche arrossamenti, croste o addirittura tumefazioni in punti localizzati.
La pulce può inoltre portare anche a gravi forme di anemia e trasmettere la tenia.
Zecca: come le colleghe pulci, anche le zecche prediligono ambienti umidi e miti, ma si adattano piuttosto bene anche ad altre situazioni climatiche. In generale si possono trovare un po’ ovunque: boschi, parchi, giardini, ma anche in zone urbane.
La zecca ha dimensioni piuttosto piccole e si attacca al corpo dell’ospite succhiandone il sangue. Può creare prurito e vicino all’area del morso si può notare talvolta anche un eritema circoscritto.
Sebbene nei gatti sia più raro rispetto ai cani, questo parassita può trasmettere la malattia di Lyme, pericolosa anche per l’uomo.
Pidocchi: molto simili alle pulci e altrettanto fastidiosi, trovano nel manto felino il substrato ideale in cui nascondersi. A differenza delle pulci, però, i pidocchi non saltano, e il rischio di contagio avviene maggiormente tra soggetti che vivono e dormono a stretto contatto tra loro.
Nel gatto il tipo più comune è il Felicola Subrostratus, il quale fortunatamente non attacca l’uomo.
Tra i sintomi causati dai pidocchi troviamo pelo arruffato, prurito, alopecia ed escoriazioni.
Questi parassiti si trovano più comunemente nei gatti randagi o che vivono in semi libertà, nei gatti molto giovani, in quelli anziani o malati.
Acari delle orecchie: come suggerisce il nome, tra i più comuni tipi di acaro presenti sul corpo del gatto, quello delle orecchie si insidia sia all’esterno che all’interno del padiglione auricolare.
Sono abbastanza riconoscibili ad occhio nudo in quanto lasciano all’interno dell’orecchio delle macchie scure e sabbiose.
Anche in questo caso il sintomo principale è il prurito. Potremmo infatti vedere il gatto grattarsi insistentemente e scuotere l’orecchio come a voler espellere qualcosa.
Il rischio maggiore, data anche la zona particolarmente delicata, è quella di creare lesioni molto profonde e sanguinanti, le quali a loro volta possono infettarsi e permettere la penetrazione di germi e batteri che causano malattie.
Ma quindi, quale antiparassitario usare?
Antiparassitario o repellente?
La prima distinzione da fare è tra l’azione di un antiparassitario e quella di un repellente. L’uno infatti non equivale all’altro e, sebbene alcuni prodotti abbiano una duplice funzione, ciascuno svolge un’azione ben precisa.
L’antiparassitario infatti svolge un’azione tossica, ovvero uccide il parassita dopo che quest’ultimo ha succhiato le sostanze per lui nocive contenute nel sangue dell’animale. Non impedisce quindi al parassita di salire e di attaccarsi sul corpo dell’animale, ma lo fa morire dopo aver consumato il suo pasto di sangue.
Il repellente, al contrario, rende in qualche modo sgradito il corpo dell’animale ed impedisce al parassita di attaccarsi, ma non ne provoca la morte. Il rischio però è che se il parassita è abbastanza “forte” da resistere all’azione sgradevole del repellente, possa comunque riuscire ad arrivare alla cute e mordere il gatto.
Ecco perché generalmente si consiglia, qualora il prodotto non svolga già entrambe le funzioni, di combinare una copertura antiparassitaria con una repellente.
Quali sono i tipi?
In commercio si trovano ormai diverse tipologie di antiparassitari, tra cui i più comuni sono:
Pipetta spot on: da applicare direttamente tra le scapole del gatto, punto in cui è molto difficile per l’animale potersi leccare. In caso di più gatti conviventi invece sarebbe meglio tenerli separati per qualche ora per evitare che si lecchino a vicenda. E’ tra le soluzioni più utilizzate perché piuttosto pratica e va somministrata ogni 3-4 settimane circa.
Spray: va nebulizzato su tutto il corpo del gatto e poi massaggiato per assicurarsi di distribuirlo uniformemente, operazione che può risultare poco agevole se Micio non è particolarmente collaborativo. L’azione può durare da 1 a 3 mesi.
Shampoo: prevede ovviamente l’utilizzo dell’acqua, dalla quale come sappiamo i gatti di solito preferiscono tenersi ben lontani. Va fatto circa una volta al mese e bisogna fare molta attenzione al prodotto da utilizzare. Meglio rivolgersi ad un toelettatore esperto.
Collare: pratico perché ha una durata piuttosto lunga (anche 8 mesi), ma alcuni possono creare fastidio al gatto, sia per l’odore che emanano sia perché potrebbero dare irritazione. Scegliere sempre quelli a sgancio automatico in caso restasse impigliato da qualche parte, soprattutto se indossato da gatti che escono all’aperto.
Antiparassitari orali o iniettabili: solo ed esclusivamente dietro prescrizione medica.
Ma allora uno vale l’altro? E come scegliere il più adatto?
Ovviamente no, uno non vale l’altro.
In primis perché tutto dipende dalle necessità che abbiamo e dallo stile di vita del gatto.
Un gatto che esce avrà probabilmente bisogno di una protezione maggiore perché più esposto al rischio di contaminazioni ma, come abbiamo già detto, anche un gatto che vive solo in appartamento non ne è esente.
Alcuni prodotti hanno una protezione ad ampio raggio verso pulci, zecche e pidocchi, altri invece agiscono solo su pulci e zecche, altri ancora sono in grado di uccidere anche le larve e dunque esercitano la loro azione anche sull’ambiente.
Non dobbiamo dimenticare che l’antiparassitario va sempre valutato in base al peso, all’età e allo stato di salute. Soprattutto per cuccioli, gatti anziani o malati dobbiamo prestare molta attenzione e scegliere un prodotto ad hoc.
Dobbiamo inoltre tenere presente che, sebbene i più comuni antiparassitari siano facilmente reperibili e per la maggior parte acquistabili senza ricetta, sono pur sempre dei medicinali che possono presentare delle controindicazioni. E’ perciò buona norma, come sempre quando parliamo della salute del gatto, rivolgerci al nostro medico veterinario per farci indirizzare verso una scelta adeguata e consapevole.
A cura di Laura Cozzi – Consulente per la Relazione e Convivenza con il Gatto – zona di attività Varese