“E adesso come gestisco l’adozione di questi piccolini?” Domanda legittima in quanto un gattino non deve mai essere dato in adozione a qualcuno con leggerezza e ci sono degli aspetti fondamentali da conoscere e concretizzare per far sì che il cucciolo possa essere avviato ad una vita piena e serena.
La crescita di un gatto attraversa delle specifiche fasi in relazione con la madre che sono fondamentali per il suo sviluppo futuro: di fatto, non rispettare queste fasi con un distacco precoce dalla genitrice, può portare il cucciolo ad avere problemi comportamentali e di socializzazione, a volte irreversibili, che renderebbero anche la convivenza con il suo cargiver più complessa. Ciò a cui un cucciolo di gatto viene esposto tra le due e le nove settimane determinerà quali tipi di esperienze potrà tollerare per il resto della sua vita.
Fatta questa premessa risulta fondamentale capire e conoscere quali sono le fasi di crescita di un gattino per poterli dare in adozione nel momento più adatto al loro sviluppo.
Mamma gatta, un pilastro indispensabile
Nelle prime due settimane di vita avviene l’attaccamento fra i gattini e la madre, fondamentale per il loro sviluppo fisico e psichico. Dal momento in cui un gatto nasce fino al distacco, la genitrice è naturalmente la figura cardine: essa insegnerà ai suoi piccoli come lavarsi correttamente, come socializzare, giocare, cacciare e molto altro. Tra i 14 e i 20 giorni il gattino riconoscerà a quale specie appartiene (imprinting sociale) pertanto dividere madre e cucciolo in questo periodo sarebbe estremamente destabilizzante per il piccolo. Dalla terza settimana di vita, il cucciolo inizia una fase di socializzazione dove la madre lo guida all’esplorazione e gli insegna come poter sopravvivere da solo: il gatto apprende anche per imitazione, quindi osservando la madre che svolge delle precise sequenze di comportamento, le imita e le replica. Non sarà perciò inusuale vedere uno dei piccoli gattini che cerca di lavarsi, nello stesso momento in cui la madre effettua la propria pulizia, con movimenti goffi e non precisi: il cucciolo sta imitando i movimenti della madre e con l’aiuto dell’istinto presto potrà effettuare le sequenze di pulizia (grooming) con precisione ed efficienza.
Apprendere l’autocontrollo
Quante volte è successo che durante una fase di gioco con il nostro gatto di casa, sia arrivato un morso più forte di quanto sarebbe dovuto essere?
Sicuramente molto spesso, soprattutto se abbiamo abituato il felino in questione a giocare fin da piccolo con le parti del nostro corpo. Ma perché alcuni morsi sono leggeri e altri ci lasciano dei segni non di poco conto?
Premesso che non dovremmo lasciarli giocare con le parti del nostro corpo, i gatti apprendono durante le fasi di crescita assieme alla madre a dosare la forza dei morsi, dei graffi e a non perdere l’autocontrollo emotivo: deve esserci differenza fra un morso dato ad una preda cacciata e uno dato al proprio compagno di giochi. Quando un cucciolo gioca con la madre e/o i suoi fratellini impara le sequenze basilari della caccia che devono essere controllate, di conseguenza la genitrice riprende i gattini che mordono troppo forte o non ritirano le unghie in questi contesti. Privare un cucciolo di gatto di questa esperienza con un distacco precoce da madre e fratelli può portare ad un mancato autocontrollo nel futuro e a disturbi comportamentali seri.
Conseguenze di un distacco precoce
Il distacco avviene con l’allontanamento volontario della madre nel momento in cui i gattini raggiungono la pubertà, che nei gatti domestici avviene circa dai quattro ai sei mesi di età. A questo punto il cucciolo sarà indipendente e comincerà ad estendere il suo territorio, riferimento cardine che andrà a sostituire quello della madre. Privare un gatto, con il distacco precoce, delle esperienze che effettua in questi sei mesi con la madre e i fratellini è molto rischioso per la sua salute fisica e psichica: potrebbe diventare timoroso verso gli altri gatti e gli umani, o aggressivo e potrebbe non riuscire a rispondere correttamente agli stimoli ai quali sarà sottoposto nella vita adulta.
Adottiamo senza fretta
Dopo quanto detto, possiamo stabilire che un cucciolo di gatto non dovrebbe mai essere dato in adozione prima dei 4-6 mesi di vita. Rispettare le fasi di crescita dei gattini farà sì che essi crescano in salute, pieni di vita e con un bagaglio di esperienze notevole che potranno usare nel corso della loro vita di convivenza con l’umano.
A cura di Roberta Catani – Consulente in Cultura Felina® certificata CCF- area di attività Faenza e limitrofi .