Anche quest’anno, pur così diverso da quelli passati e all’insegna di rinunce e restrizioni, la bella stagione è alle porte: alberi in fiore, profumo di erba appena tagliata e rugiada del mattino sono il preludio dell’estate. E cosa c’è di meglio in questo periodo di lunghi e rinfrescanti bagni ristoratori? Per noi è un tripudio di gioia ma… cosa ne pensa il nostro Gatto? E da che prospettiva noi organizziamo il suo, di bagno?
Andiamo per gradi: spesso quello che pensiamo sia un momento rilassante e rigenerante (perché per l’essere umano lo è) può rivelarsi catastroficamente stressante per il nostro compagno animale;
il Gatto è forse l’essere non umano più pulito per antonomasia, passa gran parte delle ore di veglia a curare la sua igiene personale leccando e mordicchiando minuziosamente ogni centimetro del suo mantello (seguendo tra l’altro una precisa sequenza appresa in età infantile dalla mamma);
il self grooming, l’attività di lavarsi, non serve solo a detergere il pelo ma ha anche funzione di termoregolazione corporea e di stimolazione alla produzione del sebo cutaneo che aiuta a rendere il mantello impermeabile oltre a rimuovere il pelo in eccesso. In genere il Gatto è perfettamente in grado di provvedere alla sua pulizia ma in alcuni contesti il proprietario potrebbe gradire l’idea di regalargli un pomeriggio “in spa”… le opinioni in merito sono chiaramente discordanti: chi lo lava una volta al mese, chi addirittura ogni settimana, chi non se lo sognerebbe nemmeno.
Come per ogni cosa la verità (o meglio, la scelta più indicata per il Gatto) sta nel mezzo; un felino a pelo corto e in più esclusivamente indoor potrebbe non avere necessità di essere toelettato, uno a pelo lungo, magari meno gestibile a livello domestico o uno che abbia accesso anche all’esterno potrebbe averne bisogno.
Si, ma ogni quanto? Dipende, le esigenze sono molte e di diverso genere: Gatti da esposizione, Gatti che vivono in campagna, Gatti d’appartamento che hanno come compagno umano qualcuno che ci tiene a vederli sempre impeccabili. Molti toelettatori consigliano un “lavaggio completo” una volta al mese o poco più, altri non più di un paio di volte l’anno; noi concordiamo con la seconda opzione.
▶️ Abbiamo parlato di come il Gatto leccandosi il pelo contribuisca alla stimolazione della produzione del sebo cutaneo, una finissima “patina” che aiuta a proteggere la pelle dalle intemperie e dagli sbalzi di temperatura oltre a stabilizzare la temperatura corporea adeguandola all’ambiente di vita. Lavaggi troppo frequenti rischiano di intaccare questo strato protettivo rendendo la pelle del nostro piccolo amico più sensibile e soggetta ad irritazioni.
▶️Di che razza è il mio Gatto? Pelo corto, lungo o senza pelo? Gli esemplari a pelo lungo come Maine Coon o Norvegese delle Foreste sono dotati di pelo idrorepellente (molto utile nei paesi freddi e nevosi da cui provengono) che nasconde però delle insidie: ce n’è tanto, folto e spesso e se non viene asciugato bene soprattutto tra le zampe può creare fastidiose irritazioni. I felini “nudi”, meglio conosciuti come Sphynx, invece hanno il problema opposto: se non asciugati nel modo corretto possono andare incontro a secchezza della cute e piccole escoriazioni.
▶️ Ma se lo lavo io non è meglio? Dipende, l’esperienza potrebbe essere stressante e traumatica in casa come fuori; i presupposti fondamentali sono: abituazione del Gatto fin da cucciolo, associazioni positive che rendano l’attività piacevole, equilibrio psico fisico dell’individuo (eh si, è importante che si senta sicuro sempre) e calma e fermezza del proprietario per non infondere paura nel suo compagno animale. E non dimentichiamo la qualità dei prodotti da utilizzare, essenziale per non causare allergie o irritazioni al felino domestico; meglio se la scelta ricade su articoli naturali o biologici, anallergici e soprattutto SPECIFICI PER IL GATTO! Nell’era dei social e delle soluzioni veloci capita di imbattersi in “santoni” del web che dispensano consigli assicurandoli come imbattibili e super efficaci: NON facciamo l’errore di credere ad apparentemente facili e convincenti rimedi quando si tratta della salute dei nostri Gatti! Gli epiloghi possono essere disastrosi a livello organico, affidiamoci SEMPRE E
SOLO AI CONSIGLI DI PROFESSIONISTI DEL SETTORE!
Arriviamo al dunque…
Una volta presa la decisione di compiere la titanica impresa di lavare il cucciolo fra le mura domestiche bisogna essere organizzati sul da farsi (e sapere che ogni individuo reagirà in modo diverso all’evento);
- una spazzolatura preventiva agevola la rimozione del pelo in eccesso ma: il Gatto viene spazzolato regolarmente? E’ abituato o ha paura e percepisce l’attività come pericolosa? Come reagiremo al suo comportamento se non fosse tranquillo?
- taglio unghie: ne sono capace? Esiste un attrezzo adatto? Ho paura di fargli male, provo lo stesso? Ecco, questa è una cosa da valutare attentamente: gli artigli del Gatto, nella parte non esposta, sono irrorati da moltissimi vasi sanguigni e terminazioni nervose; il rischio di ferire il felino è alto, se non siamo avvezzi all’operazione o abbiamo dei dubbi rivolgiamoci ad un esperto (veterinario o toelettatore) in quanto oltre che doloroso l’evento potrebbe risultare traumatico (per entrambi!);
- immersione o getto d’acqua su tutto il corpo? ATTENZIONE! In base all’individuo (alcuni felini l’acqua proprio non la sopportano) bisogna agire con cautela, alcuni potrebbero gradire stare a “mollo” altri saranno più gestibili irrorandoli con un lieve rigolo d’acqua (in relazione all’abitudine del soggetto all’attività); la temperatura non deve essere troppo bassa o troppo alta (in un caso si rischia di mettere in difficoltà la capacità di termoregolazione corporea, nell’altro di provocare piccole ustioni; la pelle del gatto è sottilissima e molto delicata) ed è meglio che la testa non venga bagnata, né acqua né shampoo devono entrare negli occhi (per evitare irritazioni) o nei padiglioni auricolari (difficili da asciugare per la loro conformazione, acqua residua all’interno delle orecchie può arrecare grave fastidio al Gatto);
- pulizia delle orecchie: la zona è molto delicata, a meno che un esperto non ci abbia mostrato la modalità corretta per procedere (con garza sterile, ASSOLUTAMENTE NO COTTON FIOC!) non corriamo il rischio;
- asciugatura: una passata con l’asciugamano è sufficiente e poi si asciugherà da solo? No, come detto in precedenza mantello e cute devono essere perfettamente asciugati e nel più breve tempo possibile per evitare irritazioni e disagio fisico al Gatto. Se non ne è spaventato il phon (a distanza e non alla massima potenza) è la soluzione migliore.
Che fatica lavare il mio cucciolo a casa! Uno stress per lui ma anche per me! Si; e in più il rovescio della medaglia del metodo fai-da-te è che rischia di “sfalsare” la percezione del nostro compagno felino rendendo ai suoi sensi potenzialmente pericoloso il territorio conosciuto e rassicurante in cui vive.
E allora come scelgo un toelettatore?
Ce ne sono tantissimi, è vero, ma per il nostro Gatto vogliamo il migliore (ed è giusto che sia così). L’indagine tra amici e conoscenti che rilasciano feedback sui professionisti del settore è un buon metodo; ma oltre a questo è importante avere un colloquio personale con l’esperto che pensiamo di ingaggiare (per renderci conto della sua preparazione, disponibilità, professionalità, serietà, servizi offerti), informarsi sui prodotti utilizzati e sulle metodiche di toelettatura; ricordiamo che un professionista ci chiederà di attendere fuori dall’area lavaggio…per quanto molti siano persuasi dall’idea che essere lì con lui lo tranquillizzerà è in realtà l’esatto opposto: il Gatto, forte della presenza del suo umano di riferimento, farà il diavolo a quattro o si accuccerà terrorizzato nella speranza di farsi consolare (cosa da non fare assolutamente se non vogliamo consolidare questo comportamento in situazioni simili o uguali a questa in futuro).
E gli odori? Contribuiscono ad aumentare lo stato di stress e ansia del Gatto che emette e riceve, tra gli altri, feromoni d’allarme che allertano i conspecifici (e anche individui di altre specie) riguardo una situazione di potenziale pericolo; il toelettatore deve provvedere a detergere e disinfettare l’area dopo ogni “cliente” per rimuoverli. L’intento è far vivere al compagno animale un’esperienza meno traumatica possibile.
Ulteriori consigli
‼️In tutti e due i casi non preoccupiamoci se dopo un trattamento completo il nostro piccolo amico sembrerà disorientato e aumenterà temporaneamente l’attività di grooming; l’esperienza lo ha scombussolato e il leccamento in questo caso ha una duplice funzione: abbassare il livello di stress per ristabilire il suo equilibrio interiore e ripristinare il suo personale odore per riacquistare calma e sicurezza. Potrebbe anche cercare rifugio in un punto nascosto del territorio: lasciamogli il suo tempo, quando si sentirà tranquillo uscirà da solo. Ma se non fosse così? Alcuni Gatti possono essere più sensibili di altri di fronte allo stress e potrebbero faticare a ritrovare la stabilità psico fisica: provvediamo a garantire per qualche ora un ambiente tranquillo, privo di rumori, cerchiamo di tenere un tono di voce pacato e non tentiamo di stanare il felino dal suo cantuccio (sarebbe un grave messaggio di minaccia); proponiamo invece stimoli sensoriali rassicuranti (per esempio un delicato sottofondo musicale ascoltato abitualmente in casa, un gioco contenente catnip da mettergli vicino, la sua piuma preferita in vista, del cibo a disposizione..) e interagiamo solo quando lui mostra di volerlo intrattenendo magari una breve sessione di gioco seguita da un piccolo snack.
‼️E se a casa ci aspetta un altro Gatto che si fa? Dopo alcune ore di assenza il rientro non è da sottovalutare: il nostro pulito e pettinato cucciolo è terrorizzato e intriso di odori sconosciuti e sta per portarli all’interno del territorio; non ci crederete, ma il felino rimasto a casa potrebbe anche “non riconoscerlo” proprio perchè veicolo di segnali olfattivi estranei presagio di potenziale pericolo (oltre ai feromoni di allarme che metterebbero in allerta anche lui). Per non rischiare di esporre entrambi i soggetti ad una fonte elevata di stress è consigliabile portare il Gatto “pulito” in una stanza (con il trasportino, che lasceremo aperto) e attendere che, oltre alla sicurezza, riacquisti anche l’odore del gruppo sociale tramite sfregamenti su oggetti familiari. In questo modo eviteremo spiacevoli episodi per la difesa del territorio da parte dell’altro individuo.
‼️Teniamo sempre a mente che l’esperienza toeletta così come veterinario o qualunque preveda il lasciare il luogo sicuro “casa” è per il Gatto un evento altamente traumatico se non affrontato nel modo giusto: ogni novità, cambiamento o trasferimento coatto racchiude una potenzialità di rischio per la sopravvivenza del felino (che risaputamente ama la routine e avere il controllo sul territorio che abita). Immaginiamo di essere agguantati, infilati nel trasportino e trasferiti in un posto pieno di esseri umani sconosciuti e, ancor peggio, odori mai sentiti e individui che potrebbero volerci fare del male. Sarebbe terribile. Ed è quello che vive il nostro Gatto ogni volta che pensiamo di “fargli fare un giretto” esponendolo a stress che se prolungato o frequente può tramutarsi in disagio psico fisico. Per rendere il tutto meno terrificante abituiamo nel modo corretto il nostro compagno animale al trasportino, a piccoli viaggi, a familiarizzare con il toelettatore (se questa è la nostra scelta); il suo benessere è alla base di una vita sana e di una convivenza equilibrata!
Quindi, se pensiamo di lavate il nostro Gatto, cambiamo prospettiva, guardiamo l’esperienza con i suoi occhi valutando i pro e i contro e solo se davvero è necessario! Perché se lui è felice noi lo saremo ancora di più!
Miriam Tiengo – Consulente per la Relazione e la Convivenza con il Gatto certificata CCF, MISAP