Nonostante il gatto sia un animale dalle origini solitarie è comunque un grande comunicatore, e usa molti modi per farlo. Comunica attraverso posizioni e posture del corpo, attraverso le graffiature, le marcature urinarie, le marcature facciali e attraverso l’allorubbing tra conspecifici. Questi esempi di comunicazioni sono di tipo visivo, olfattivo e tattile.
Abbiamo poi segnali uditivi attraverso le vocalizzazioni: i gattini li usano per comunicare con mamma gatta, i gatti adulti durante le interazioni agonistiche con i conspecifici o durante l’accoppiamento. A seguito della convivenza con noi, il gatto ha imparato ad utilizzare questo tipo di comunicazione per “parlare” con l’umano, infatti la nostra specie usa moltissimo la comunicazione verbale.
Nonostante il gatto domestico non utilizzi comunemente la comunicazione verbale, il nostro gatto dispone comunque di una serie di complessi e sofisticati segnali acustici, tra cui trilli, fusa, soffi, miagolii, ringhi e cinguettii. Ogni suono differisce da un altro e ha un significato ben specifico.
E’ proprio nell’interazione con l’uomo che il gatto ha imparato a utilizzare la comunicazione verbale, sfruttandola al meglio. Infatti il gatto domestico è un chiacchierone in confronto al gatto selvatico per il quale la comunicazione primaria non è certo quella verbale.
Possiamo dire che il miagolio è un comportamento acquisito dalla convivenza con l’uomo. Spesso siamo noi ad incoraggiare questa comunicazione. Alzi la mano chi, al miagolio del proprio gatto, non risponde.” Che c’è’?”. Li salutiamo quando rincasiamo, quando usciamo di casa, li chiamiamo durante la giornata, insomma, parliamo sempre con i nostri gatti.
E quando loro si rivolgono a noi con dei miagolii sanno che il più delle volte avranno la nostra attenzione. Solitamente quando un gatto richiede la nostra attenzione miagola con molta insistenza, emettendo un miagolio lungo dal tono più basso rispetto, ad esempio, a quello di saluto, che ha una tonalità molto più alta. Spesso siamo proprio noi a stimolare questa attività, perché il gatto riceve da noi attenzione. Sembra infatti che i gatti abbiano sviluppato differenti miagolii per specifiche situazioni durante l’interazione con noi umani.
Spesso questi miagolii così diversi tra loro riescono ad esprimere differenti emozioni. Ma cosa ci stanno comunicando realmente? Spesso scambiamo questi miagolii per richiesta di cibo, purtroppo molte persone sono propense a pensare che le uniche cose di cui un gatto ha bisogno siano cibo e un posto caldo dove riposare. Prima di lamentarci perché il nostro gatto miagola spesso e incessantemente (alcuni gatti hanno una perseveranza davvero sfiancante!) chiediamoci: perchè lo fa?
E’ possibile che il gatto richieda la nostra attenzione perché si annoia. Se così fosse, è bene prendere coscienza che un gatto esclusivamente indoor ha bisogno di quotidiane sessioni di gioco predatorio e di un ambiente stimolante. Se passiamo fuori casa molte ore possiamo lasciare a disposizione giochi di problem solving o nascondere qualche crocchino in modo che il gatto possa intrattenersi nella ricerca. Quando siamo in casa, cerchiamo di trovare un momento che possa aiutare la relazione e il benessere psicofisico del gatto.
Ritagliamoci un momento da dedicare al nostro compagno felino, gioverà a lui ma anche a noi. D’altronde abbiamo a casa un piccolo felino e non un soprammobile. E’ nostro dovere pensare al suo benessere. Instaurare una routine all’interno del nostro rapporto rafforzerà il rapporto stesso.
Se il nostro gatto richiede la nostra presenza, cerchiamo di ascoltarlo, è il suo modo di dirci che vuole un legame con noi. Se invece siamo sicuri del fatto che il gatto riceva la giusta attenzione, che il suo bisogno di predare sia soddisfatto attraverso sessioni di gioco predatorio con la cannetta, e che il suo ambiente sia sufficientemente stimolante ma i suoi vocalizzi non cessano, dobbiamo a questo punto fare un’indagine più approfondita sul perché ciò accade. Ovviamente, dobbiamo sincerarci che questi miagolii non celino un disagio fisico o emozionale. Interroghiamoci quindi se sono comparsi di recente e se qualcosa è cambiato nella routine del gatto. Un ottimo modo per disincentivare un comportamento è quello di ignorarlo, ad esempio quando il gatto ci sveglia la notte. Però attenzione, se ci sveglia la notte perchè durante la giornata è rimasto da solo tutto il tempo e non ha ricevuto stimoli è bene rivedere la nostra giornata e trovare del tempo da dedicargli, e che non sia esclusivamente un momento di coccole ma anche e soprattutto di gioco.
In sostanza dobbiamo sempre farci un esame di coscienza e chiederci se il nostro gatto è un gatto felice. Dietro ogni suo comportamento c’è sempre un perché, una richiesta.
- Ricordiamoci inoltre di non dargli attenzione esattamente nel momento in cui miagola.
- Aspettiamo che cessi il miagolio e poi, se lo riteniamo opportuno, iniziamo un’attività con lui.
Questo per evitare di rafforzare il suo comportamento e di associare nella sua mente il concetto “miagolio=attenzioni”.
Un discorso a parte riguarda invece il gatto anziano (dagli 11 anni in sù), solitamente con l’età i vocalizzi aumentano. Il gatto potrebbe emettere miagolii senza ragione apparente, spesso c’è una variazione del ritmo sonno-veglia, una maggiore insicurezza e un attaccamento maggiore all’umano di riferimento. Spesso la senilità è accompagnata da insicurezza e confusione mentale, oltre a problemi come l’artrite, minzione inappropriata, letargia, perdita di peso e altro ancora. Per questi gatti la routine quotidiana è ancor più importante, vanno trattati con amore, comprensione e tanta pazienza. In questi casi è bene comunicare al veterinario di fiducia ogni minimo cambiamento sia fisico che comportamentale del gatto. In conclusione, prima di tacciare il nostro pet di essere un chiacchierone molesto, domandiamoci quanto noi abbiamo stimolato questa sua abitudine e infine, cosa più importante: cosa vuole da noi? E’ una richiesta? E’ un disagio? Rimaniamo in ascolto dei suoi bisogni, soddisfarli è alla base del suo benessere
Laura D’Andrea – Operatore in Benessere del Gatto BEG ® – Formazione Livello 2 avanzato – zona di attività Milano