L’educatore Felino
L’educatore felino è una figura un pò confusa con quella dell’educatore cinofilo. O meglio, si tende purtroppo ancora oggi a paragonare il gatto al cane e di conseguenza la figura dell’educatore felino viene rapportata a quella dell’educatore cinofilo. Molti proprietari sono inclini a trattare il gatto come se fosse un cane e confondono le necessità del gatto con quelle del cane. Il problema nasce da una scarsa informazione sulla cultura felina. Ed è per questo motivo che è nato questo progetto, Cultura Felina, per divulgare il più possibile informazioni corrette sull’etologia del gatto e la sua natura e per migliorare la convivenza e la comunicazione con l’essere umano. Informare e formare sono due fondamentali aspetti che non si possiamo dimenticare se vogliamo accogliere a casa nostra un gatto e farlo vivere nel benessere fisico e psichico permettendogli di esprimersi in tutti i suoi moduli comportamentali naturali.
In Italia non si parla, quindi, molto dell’educatore felino, ma piuttosto del Consulente comportamentale, anche se entrambi i termini vengono utilizzati all’estero per definire la stessa figura professionale.
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Anche i gatti soffrono di stress. I problemi comportamentali nel gatto e lo stress nel gatto, come anche problemi di convivenza, sono semplicemente dovuti alla sua domesticazione, al suo adattamento alla vita con l’uomo. L’addomesticamento dei gatti è relativamente recente, quindi il gatto non è considerato ancora un animale completamente addomesticato.
La prima fonte di stress per il gatto domestico è proprio la convivenza. Il gatto è un animale che tende ad essere solitario, non vive in branco come il cane, e quindi la sua vita domestica con l’uomo è quasi sempre non naturale, perché introduciamo nuovi gatti nel suo ambiente, lo limitiamo al territorio interno della casa e non esterno. Difatti, i gatti possono vivere nello stesso posto, ma non condividere lo stesso spazi,o perché il gatto è un animale territoriale. Patologie fisiche come dermatiti, cistiti, sono molto frequenti e sono spesso originate da forte stress. Questo significa che i gatti hanno bisogno di un equilibrio psicologico per convivere con l’uomo ed essere il suo animale domestico. Questa convivenza deve essere felice e deve portare benessere sia l’essere umano sia al gatto.
L’addestramento e l’educazione del gatto sono possibili, ma devono essere visti e utilizzati in un modo differente rispetto al cane. L’insegnamento a ricompensa di coccole ad esempio, con il gatto non ha alcun risultato. Il gatto può essere educato a non fare determinate cose o essere abituato a farle ma il metodo educativo è completamente differente da quello del cane come anche l’approccio. Non dobbiamo mai dimenticarci che la parte più importante della vita del gatto è il territorio e quindi se vogliamo parlare di educazione felina, dobbiamo parlarne in relazione al territorio. Si tratta quindi fondamentalmente di poter permettere al gatto di esprimere i suoi comportamenti naturali in un contesto non naturale.
Un educatore felino aiuta a risolvere e a prevenire problemi come l’utilizzo errato o mancante della cassettina igienica, problemi di graffiature, aggressività, problemi di convivenza e di condivisione degli spazi (purtroppo a volte molto ristretti per il numero di gatti presenti). Il tutto per provvedere una migliore qualità di vita del gatto con il suo convivente umano.
I gatti imparano molto facilmente e l’educatore felino può lavorare molto tranquillamente, semplicemente aiutando il proprietario ad imparare a seguire e lasciare libertà di espressione agli istinti naturali del gatto anche in un contesto non naturale, come casa nostra. L’educazione del gatto riguarda l’adattarsi al territorio casalingo, l’uso corretto della cassettina igienica, l’uso corretto di superfici per graffiare, problemi comportamentali generali (ricordiamo che sono sempre dovuti alla vita domestica perché in natura il gatto non ha alcun problema di tipo comportamentale) problemi di convivenza con altri gatti e altri animali, il dosare il morso il graffio, aggressività ecc…
Alla fine potremmo dire che l’educazione non riguarda molto il gatto, ma tanto il convivente umano che dovrà imparare a comunicare correttamente con Micio rispettando i suoi bisogni e lasciando libertà di espressione dei suoi istinti naturali, adattandoli al contesto domestico.